Buoni pasto, soglia esentasse verso i 10 euro

Sep 16, 2025 | Welfare e Benefit, Welfare

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Nella Legge di Bilancio 2026 l’ipotesi di un aumento: più potere d’acquisto per i lavoratori e benefici fiscali per le imprese

Il governo sta valutando di innalzare la soglia esentasse dei buoni pasto dagli attuali 8 a 10 euro al giorno. La proposta, avanzata dalla senatrice Paola Mancini (FdI), potrebbe entrare nella prossima Legge di Bilancio e avrebbe un impatto diretto sia sui lavoratori sia sulle aziende.

In questo contesto, secondo i dati Istat degli ultimi 5 anni riportati dal Corriere della Sera, il potere d’acquisto delle famiglie italiane è calato del 10,5%. In questo scenario, strumenti come i buoni pasto assumono un ruolo ancora più strategico. Matteo Orlandini, presidente di Anseb, ha stimato che con l’aumento della soglia i lavoratori potrebbero ottenere un beneficio netto di 450-500 euro in più all’anno, con un costo per lo Stato di circa 70-80 milioni di euro.

 

Può davvero una misura del genere fare la differenza?

La risposta arriva osservando il contesto: dopo anni di inflazione e rincari, un sostegno diretto ai lavoratori e alle loro famiglie, come i buoni pasto, garantirebbe un vantaggio immediato e tangibile, senza incidere sulla busta paga.

Il tema si intreccia anche con quello delle commissioni applicate agli esercenti. Dopo anni di percentuali a doppia cifra, dal 1° settembre 2025 è entrato in vigore il nuovo tetto massimo del 5%, come ricorda TgCom24. Una novità che riequilibra i rapporti lungo la catena di valore e offre maggior sostenibilità per l’accettazione dei buoni da parte di bar e ristoranti.

Secondo QuiFinanza, portare la soglia a 10 euro significa adeguarla al costo reale di un pranzo fuori casa. Oggi la soglia di esenzione è fissata a 4 euro per i buoni cartacei e a 8 euro per quelli elettronici: oltre questi limiti, l’importo eccedente è soggetto a tassazione. Portare il tetto a 10 euro significherebbe rendere integralmente detassata una cifra più vicina al costo reale di un pranzo, con un vantaggio immediato sia per chi utilizza i buoni, sia per le aziende che li erogano.

Un mercato in rapida espansione

Nel 2024 le imprese italiane hanno erogato in media 1.000 euro a dipendente in servizi e benefit (+10% rispetto al 2023). Sommando i buoni pasto, il valore annuo complessivo è di circa 2.700 euro per lavoratore. Il comparto rappresenta lo 0,75% del PIL, sostiene 220.000 posti di lavoro e nel 2023 ha generato 419 milioni di euro di Iva. Attualmente i buoni pasto sono utilizzati da circa 3,5 milioni di lavoratori, attraverso 14 società emettitrici.

Numeri che mostrano come l’innalzamento della soglia non rappresenterebbe solo un intervento fiscale, ma una misura capace di incidere su consumi, occupazione e competitività del Paese.

 

Dove si inserisce il Buono Pasto Toduba?

Se la soglia esentasse salirà davvero a 10 euro, i buoni pasto diventeranno ancora più centrali nelle politiche di welfare aziendale. È qui che entra in gioco Toduba:

    • per le aziende, semplifica la gestione dei benefit e consente di cogliere subito i vantaggi fiscali;
    • per i dipendenti, offre maggiore libertà di utilizzo e più valore reale;
    • per gli esercenti, garantisce condizioni più eque e trasparenti. In un mercato in evoluzione, Toduba non si limita a seguire la normativa: la trasforma in un’opportunità concreta per tutti gli attori della filiera.

Toduba, noi siamo i Buoni